sabato 16 febbraio 2008

Caro Gherardo,
grazie anche a te. Anche i tuoi sono consigli preziosi, mi rendo conto. Concordo in particolare sul fatto che non si può contare sul diminuire (Jacopo, mi pare di aver visto, c'è riuscito, però): bisognerebbe stroncare la dipendenza con un atto di volontà, come dici tu e Claudio. Accidenti che travaglio hai passato! Mio fratello Nicola ha una storia simile alla tua, di cessazione e ripresa (ora, da diversi anni ha proprio smesso). Io ricordo, ora, che più o meno i fumatori della Gloriosa fumavano la sessa quantità, tutt'altro che modica. A cinquanta non sono mai arrivato, tuttavia. Io sono arrivato a 35 sigarette il giorno: da cinque anni sono a 20; nelle ultime settimane, sulle 15. Ma io un guaio polmonare ce l'ho,a differenza di te. Cos'è che hai pensato per smettere, se non ti dava malessere? Accidenti, quanta gente c'è più brava di me... .
So che esiste un racconto di Tolstoi sullo amettere di fumare. Mi sono sempre guardato dal ricercarlo (forse, Roberto l'ha letto, nel suo enciclopedismo). Fammelo riscrivere un'altra volta: per me fumare è come il sale, o il pane, senza cui non riesco a mangiare. Non sono, invece, dipendente dal vino di cui sono un diuturno ma non eccessivo consumatore e che non mi fa male. Ma farei molto più facilmente a meno del vino (di alcolici più forti non ne bevo, se non nei casi quando ci vediamo con la Classe, et similia) che del fumo. Come ho scritto l'altra volta, per me è qualcosa cui ricorrere sia nei momenti infausti, che in quelli fausti. Forse, è qualcosa sia legato all'ansia di riuscita, sul lavoro ("tensione", "ansia"), sia alla sottolineatura dei momenti di distensione e di benessere fisico e morale. Ho anche pensato che anche la ricerca di particolari sapori nel mangiare (cosa che faccio, anche questa) possa avere un risvolto narcotizzante. E' possibile? Claudio dice che è una dipendenza, vera e propria, chimica, tossica. Proverò a concentrarmi su questo, perché è una spiegazione apparentemente adeguata.
Vorrei capire perché tutto ciò: ma senza finire da uno strizzacervelli. Ho scritto qui anche per questo.
Quando ci rivediamo, spero non troppo in là, vorrei anche metterti a parte di alcune mie rimuginazioni politiche abbastanza recenti. Nella speranza di non rompere troppo l'anima anche agli altri di noi.
Ti abbraccio

francesco

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