mercoledì 23 giugno 2010

E qualche altra precisazione ancora

Non ho detto che si tratti di andare verso consumi sostenibili; ho detto che la presente globaleconomy non e' sostenibile, che non vedo ipotesi sostenibili che non richiedano consumi piu' prossimi al necessario - il che fa secco il sistema attuale d'un sol colpo, visto che e' basato sull'eccitazione (spasimo?) dei consumi - ho detto che per ora non ho notizia siano state fatte grandi scoperte circa come vivremo; ho detto che francamente non ne ho idea.
Vorrei aggiungere che non sono poi cosi' ottimista circa la lezione che l'umanita' dovra' prendeere prima di imparare: qualunque azione di qualche impatto sull'ambiente richiede efficienti enti decisionali e attuativi internazionali.
Basta un'occhiata alle condizioni di partenza, oggi, per esser presi dall'ansioso quesito se ci sara' il tempo necessario per mettere d'accordo capi e capetti di un globo ancora assai frammentato, tra i quali abbondano lupi mannari, integralisti e pagliacci vari.
Tutto avverra' in zona Cesarini, quando ci pigliera' il panico, cioe' tardino assai. Ci sta che con coi piu' restii a conformarsi a standards accettabili alla fine ci vogliano anche un paio di manate.
A suggerire finanziamento anti inquinatorio dagli inquinatori era Roberto. Mi pare un'ottima idea. Che qualunque progetto e gestione (semi)sostenibile abbia un costo e' ovvio. Non mi parrebbe improponibile che a questo costo debba attivamente contribuire chi beneficia, in ricchezza e/o godimento dell'appropriazione di una risorsa comune, l'ambiente, che oggi non e' piu' infinito e immortale com'era anche solo poco tempo fa.
Gherardo, l'idea liberista che meno tasse = piu' acquisti+piu' investimenti(= piu' consumi?)= piu' business e stiamo tutti d'incanto, e' una favola bella. Ho smesso di credere al moto perpetuo subito dopo babbo natale.
In realta', come dice Franz Le Vieux, la salute dell'economia dipende da equilibri complessi di fattori diversi, ed e' esposta a fisiologiche non indolori contrazioni, spesso di origine imperscrutabile.
Il mio discorso si confonde, come giustamente dici, Franz, perche' cerco di tacitare nella testa l'utopia del buon senso comune, questo sconosciuto, per cercare di immaginare quali siano gli obbiettivi raggiungibili, che mi sembra piu' utile, anche se per far questo occorre pensare in termini che non sono i miei e che spesso non riesco proprio ad apprezzare.
Jac

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