mercoledì 28 gennaio 2009

L'ingegner DeBenedetti

Ieri il mondo della Sinistra ha appreso con dolore che l’ingegner DeBenedetti ha deciso di lasciare la carica di Presidente delle sue Aziende, attaccando la penna al chiodo (ma mantenendo in sue mani le nomine di Direttore di Espresso e Repubblica).

Ecco per voi, cari amici, la vera storia di quest’uomo (qualcosa è noto a tutti, qualcos’altro forse no).
- Nasce da una famiglia di imprenditori e negli anni ’70 compra con i soldi di famiglia la Gilardini.
- Nel 76, grazie ad un suo compagno di scuola, tal Umberto Agnelli, diviene AD della Fiat portando in dote la maggioranza della Gilardini e ricevendone in cambio il 5% della Fiat dall’Avvocato che voleva liberarsi del lavoro lasciatogli 10 anni prima da Valletta, e tornare finalmente ad occuparsi di donne e coca.
- DeBenedetti portò immediatamente dentro FIAT il fratello Franco ed una banda di suoi “fedeli” cercando subito di fare accordi con varie holding svizzere per acquisire azioni Fiat e mettere in minoranza la Famiglia Agnelli. Ci vollero solo 4 mesi perché gli Agnelli se ne accorgessero e lo cacciassero a pedate nel culo, ma anche con un pacco di soldi per ricomprare le azioni che gli avevano dato inizialmente.
- Con i soldi comprò la CIR, cioè si impossessò della Repubblica e dell’Espresso.
- Nel 1978 entrò in Olivetti pagandola tre lire perché ormai le macchine da scrivere e le telescriventi erano morte.
- Trovando un magazzino pieno di centinaia di migliaia di telescriventi giacenti da anni, riuscì, grazie all’aiuto di un Ministro compiacente, a fare un contratto con il Ministero delle Poste vendendole tutte in un colpo (145 miliardi) e realizzando quindi un enorme profitto, stante che al momento dell’acquisto della Olivetti erano state valorizzate zero. Il Ministero delle Poste non le ha mai neanche sballate. Sono state rottamate dopo qualche tempo, tutte ancora negli imballi originali!
- Dal momento dell’acquisto da parte di DiBenedetti della Olivetti, quest’ultima avendo smaltito la vecchia ferraglia, dismise di fatto ogni linea produttiva ad Ivrea ed iniziò una nuova attività: comprare in Giappone Elaboratori (mainframe), Personal Computer e Stampanti già finiti e, attaccandoci il logo Olivetti, per rivenderli in Italia condizionando politicamente tutti i bandi di gara della Pubblica Amministrazione e delle Grandi Banche con l’obbligo che almeno il 50% degli acquisti doveva essere commissionto ad Aziende Italiane (ho passato la mia vita professionale dovendo affrontare questa truffa).
- Questa manfrina è durata quasi 18 anni, e cioè fino a quando, nel 1996 mando a fondo l’Olivetti che lasciò non appena fondata Omnitel.
- Nel frattempo, nel 1985, grazie al suo sodale Romano Prodi, riuscì (quasi) a comprare la SME per 497 miliardi di lire pagabili a rate, vale a dire un prezzo assolutamente, assolutamente, assolutamente ..... non di mercato e tutti sappiamo come è andata a finire.
- Va anche ricordato che agli inizi degli anni ’80 entrò anche nel Banco Ambrosiano di tal Roberto Calvi, diventandone vice-presidente, giusto in tempo per ….. far ritrovare “suicida” Calvi sotto il ponte dei Frati Neri (nessuno ha mai saputo il mandante ma molti hanno ipotizzato a chi questa morte ha fatto comodo)
- In fine, De Benedetti fu accusato dal presidente USA George Bush padre, di giocare molto sporco con il potere sovietico, cui avrebbe fornito l’accesso a merci strategicamente proibite (ai tempi della “guerra fredda” tutti i paesi afferenti alla NATO avevano firmato un accordo impegnandosi a non poter cedere/vendere materiale tecnologico che potesse aiutare l’utilizzo delle armi: nella fattispecie i mainframe che Olivetti comprava dal Giappone e rivendeva ai Sovietici nonostante facessero parte dell’elenco del materiale non esportabile nei Paesi del Patto di Varsavia). La lamentela del presidente americano fu espressa all’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

Che perdita ! ! !

Gherardo

PS
Mi ero dimenticato: è riuscito, con Olivetti, a precedere la FIAT nella logica di incassare lui oggi gli utili e far pagare domani le perdite al popolo italiano, con la messa a cassa integrazione di quantità incredibili di lavoratori fino ..... a chiudere tutto

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