venerdì 25 aprile 2008

Immigration policy

Gherardo, Gherardo, ma cosa ci combini, stiamo tutti a bisticciar con te! E ora ci mancava Mr Costello.
Vero, Australia e NZ sono i due piu' recenti nuovi mondi: di immigrazione sono stati popolati e l'immigrazione non si e' mai fermata. Col mondo piu' piccolo di oggi, entrambe sono divenute me'ta anche di un'ambita immigrazione Europea qualificata (Jacopo docet). E' oggetto di preoccupazione per alcuni la pressione dell' Asia che pigia con la forza delle maree e e' di dimensioni talmente sproporzionate rispetto ai nostri 5 mil di abitanti, da essere in grado di spazzar via la presente identita' nazionale in un ammen. In questo senso penso sia giusto procedere, si', ma con cuidado. Non che questi fenomeni siano arrestabili, anche volendolo; ma diluibili si'. Anche il questo il governo laburista sta facendo bene. I Nationals (conservatori) sono un po' piu' chiusi, ma l'unico partito apertamente contrario l'immigrazione e' piccolo e guidato - ma guarda un po' - da un maori,
A me personalmente tutto questo travaso etnico culturale non mi dispiace affatto, tanto piu' visto che vi partecipo dalla piu' piacevole societa' multietnica del globo: polinesiani, asiatici e europei, tutti si convive civilmente sotto lo stesso tetto. I Maori sono quelli messi peggio e i pochi contrasti, peraltro pacifici, sono con loro - per lo piu' crucci e rivendicazioni, ai quali il paese di oggi e' assai sensibile e un apposito tribunale, il Tribunale di Waitangi (dal Trattato di Waitangi, a meta' Ottocento, col quale l'Impero fece la pace con i Maori, gli compro' la terra e fu fondata la nazione bietnica attuale) dirime le relative questioni.
Ad avere i casini sono i Maori inurbati. Hanno un po' una mentalita' da sconfitti e non provano nemmeno a uscire dal sottosviluppo, malgrado tutti i programmi pubblici operativi in questo senso (v. Once were warriors). Diversa cosa le Iwi (tribu') rimaste nelle roccaforti delle campagne -sono assai fieri della loro cultura, hanno espresso a volte personaggi d'eccezione e da li' partono molte delle iniziative per tirar su le sorti dei loro parenti cittadini. Non hanno proprieta' individuale; tutto appartiene alla Iwi e gli anziani prendono le decisioni. La vita si svolge dentro o attorno alla Marae, la casa comune.
Sono a volte un po' incazzati e rivendicano un sacco di cose, alcune giuste, altre a mio avviso sbagliate, come la richiesta dei diritti di accesso e sfruttamento esclusivi di tratti di costa e delle acque prospicienti (diritti di pesca): in tutto il mondo il mare e' un bene comune, siamo tutti cittadini della stessa nazione e non credo che la societa' bietnica debba diventare una stampella.
Questo per dire del panorama generale. Concordo con Mr. Costello sulla lingua: e' lo strumento con il quale la societa' funziona: la devi imparare. Per gli anziani al seguito delle famiglie si puo' usare (e qui viene usato) un occhio di riguardo.
Sulla questione di Dio ci andrei un po' piu' piano: non ho mai capito come un rapporto intimo come quello del credente con dio possa diventare l'elemento costitutivo di un'identita' nazionale non segregante. Penso che se il dio di chiunque offende qualcun'altro ci sia qualcosa che non va. Ma se vai a ben guardare, ci sono degli aspetti connessi con la religione e i costumi, sui quali una posizione cosi' netta non e' facile. Valga l'esempio dell'infibulazione: m'importa un cazzo se da voi si fa cosi': qui ci sono delle leggi che dicono che cosi' non si fa. L'infibulazione e' un caso un po' estremo, ma l'intervallo fino a li' e' continuo, con una linea di demarcazione da qualche parte a separare cio' che e' accettabile da cio' che non lo e' (vedi il rifiuto dell'assistenza medica ai figli praticato da certe religioni. Medicina tradizionale loro? Mah! Certe loro erbette saranno pure buone, ma possono poco contro certi mali; poi il ragazzuccio magari ci rimane e si resta con l'assillo che forse qualcosa si doveva fare).
Il piagnucolare poi, merita un discorso a parte: e' comune imbattersi qui tra gli immigrati nella lamentazione che tutto era meglio nella patria di provenienza - gli italiani in questo secondi a nessuno. Li' concordo: ci sei voluto venire, ti ci abbiamo lasciato venire; se non e' buono, che piacere e'? Tornatene a casina, che ci stavi tanto bene.
Il tono di Mr.Costello non mi convince: e' trasparentemente ostile. L' Australia e' di piu' difficile accesso della NZ e gli australiani hanno una pessima reputazione: hanno continuato a sparare agli aborigeni, a separarli dai figli e a fargli ogni sorta di cattiverie fino agli anni Sessanta! Confronto a Auckland Sydney e' una citta' bianca, con un po' di cinesi. Aborigeni visti a giro 2, a soffiar nel tubo e far musica etnica per i turisti.
Cio' detto vi saluto, con l'avviso che saro' a Firenze per una decina di gg. a primi di maggio. Sono al seguito di una mostra di architettura residenziale neozelandese che si terra' alla Scuola d'Arte di Porta Romana. Mi pagano il biglietto e non per farmi un piacere; quindi avro' da fare e il tempo disponibile sara' pochissimo. Non so se ci vedremo. Non si sa' mai.
Un sentito ringraziamento al compagno Catenacci: a essere sempre d'accordo, sai che palle!

Vs. Kurtz

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