venerdì 19 giugno 2009

E un altro ancora

Vedete, la commemorazza sessantotta ch'auspico' Arturo e' poi successa davvero e, contrariamente a quel che credevo, mi piace. Mi piace la diversita' dei modi in cui abbiamo visto quegli anni e mi piace lo spaccato d'allora che risulta dai pensieri sul blog.

Non voglio far come quelli che credono che la musica non sia piu' stata bella come quando quando erano giovani loro (che nel nostro caso e' vero, ma questo e' un altro discorso) e vedere nei tempi della mia gioventu' un'unicita' che forse non c'era, ma il rapporto violento che si era instaurato tra le generazioni non mi pare succeda a ogni giro. E comunque quella intergenerazionale non fu l'unica violenza del periodo. Il confronto politico di quegli anni era violento per definizione. Il Ventennio e la guerra erano ancora vicini. A me ad esempio, parve per un periodo che andare agli scontri di piazza coi fascisti a scopo ginnico fosse una buona idea. Intanto i tempi eran cambiati e quel fascismo li' non doveva far piu' paura a nessuno, salvo per le ramificazioni nei Servizi, nelle FFAA e nella Polizia.

Franz, certo che un po' dicambiamenti nelle zucche c'erano stati, con il nuovo secolo e poi piu' ancora con la guerra il tempo aveva preso a correre e si trattava di attrezzarsi per un futuro assai diverso. E' il cambiamento che come un leviatano soffio' a fior d'acqua coi referendum div/aborto. Come Albarosa, i piu' dissero che era meglio ciascuno potesse scegliere "secondo coscienza". Hai detto niente: non si trattava piu' di fare quello che diceva il prete.

Il modo di ragionare della gente era cambiato ma, come dice Francesco, le strutture profonde (stiamo parlando di quelle della mente, vero?) erano rimaste per lo piu' immutate. E' roba che pare appartenere al patrimonio genetico. Non so quindi se si possa adularsi di una rivoluzione antropologica.

Io nel 68 soprattutto volevo scopare ed ecco che come d'incanto si materializzo' attraverso l'occidente - come fosse sgorgato dal mio petto - un movimento di giovani per cui scopare tutto quello che si muoveva era giusto e faceva bene. A chi come me si fosse poi sentito frustrato nelle ambizioni esplorative visto che il mondo rimpiccioliva a vista d'occhio sotto i nostri occhi, sostanze che arrivavano da luoghi esotici e laboratori chimici metropolitani aprivano gli ampi orizzonti e le selve oscure dei luoghi della mente. Wow! Il tutto sembrava incarnare il fuorilegge che mi sentivo e la voglia prorompente che avevo di mandare a monte il reticolo di pompose e polverose convenzioni sociali che regolavano la vita di allora (e in buona parte, con appena una spolveratina, di ora). La musica mi aveva sempre stregato. Tra me e S&D&R'n'R fu amore a prima vista. Vidi la luce all'Arlecchino (Easy Rider).

Son d'accordo con Francesco e Albarosa sulla cialtroneria imperante. Mollai Architettura per 5 anni quando per poter dare un esame dovetti confessare credo e attivita' politica (niuna) a un micro-gerarca di Potop che col suo manipolo bloccava l'accesso all'aula. L'alto tasso di imbecilli e' fisiologico alla continuazione della specie e non fu un privilegio di quei tempi - vero - ma a volte mi trovo a domandarmi se negli ambienti che frequentavo non avessero una presenza addirittura superiore alla media. C'era di tutto: autonominati salvatori del mondo, fricchettoni natural-spiritualistici, testosterone vario e perfino qualche striscio alla lontana di fascistelli di sinistra all'universita'. C'erano anche persone intelligenti; le donne erano belle e liberali.

La Guerra del Vietnam - l'enorme errore americano - aveva dato una spallata a vetusti assunti e ora se proprio pareva il caso ed era possibile, la diserzione andava benone. Nel rapporto tra individuo e societa', un altro salto epocale.

Circa Caligola con le veline in parlamento, Pasolini gia' nel 74 insisteva sulle differenze tra il nuovo fascismo, quello del marketing consumista, e quello arcaico agricolo-clericale. Le veline hanno rimpiazzato manipoli e cavallo. Di che vi lamentate? Meglio vedere in TV le strafiche berlusconiane che non il bivacco del cavallo.

Nell'attuale contingenza, condivido con Franz che, preso nota del tratto del personaggio, sia tempo di riporre la mutanda dell'ometto di Arcore in un cassetto e rivolgere l'attenzione a piu' radiose visioni.

A tutti un abbraccio
Jahab

PS: rileggo e mi rendo conto di non aver cambiato di molto il mio atteggiamento, anche se bonificato di ingenuita' infantili che il tempo impietoso ha spazzato via. Il fuorilegge e' ancora li' e si sta trasformando pericolosamente in un eremita. Beninteso, non mi vanto della coerenza: penso che se e' il caso, si possa esser fieri di cambiare idea.

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