Non credo che i risultati delle primarie PD siano stati aggiustati. E non capisco come Gherardo si dia ad un'insinuazione che non è stata fatta da alcun altro. Ciò non mi impedisce di congratularmi con lui per la sua duplice nonnità. Anche se, aggiungo, spero che le nipoti non prendano politicamente dal nonno.
Concordo, però, con Gherardo su due cose: che le primarie nel nostro paese non hanno senso, se non propagandistico. Penso che siano state volute dalla Margherita per eludere la conta dei voti in seno al gruppo dirigente: che non avrebbe potuto non assegnare automaticamente, dalla formazione del PD in poi, la maggioranza agli ex DS. La cosa è complessa. Io ho aderito al PD con riserva: non condivido l'implicità ripulsa della matrice socialista della sinistra italiana; e capisco male un'unione partitica di cattolici (per quanto democratici e socialmente sensibili) e laci, al momento in cui si apre un'era in cui sembra probabile che le istanze morali (ricerca e ingegneria biologica; testamento biologico; unioni matrimoniali tra sessi solo recentemente riconosciuti) sono sicuramente destinati (almeno nella penisola) a divenire importanti quanto, e talvolta più, delle istanze politico-sociali.
La seconda cosa che condivido è il giudizio di Gherardo su Bersani. Credo che confrontare dall'opposizione il governo di centro-destra sia cosa assai difficile, date le inclinazioni di gran parte degli italiani che lo votano: e che Franceschini e Marino (come già Veltroni) siano troppo proclivi a cadere nelle provocazioni che il capo del governo e alcuni suoi collaboratori ("Su tutti svetta il ministro Brunetta")inclinano sistematicamente a tendere alle regole della pacifica convivenza in questo complicato paese, oltre che al senso di decenza e di buon gusto di tanti italiani.
Certo, non mi sfugge (non bisogna essere dei geni per capirlo) che la preferenza espressa anche da Gherardo ha un fine palese, tutt'altro che machiavellico: sperare in qualcuno che, dall'opposizione, possa essere indotto a contribuire a qualche marchingegno da azzeccagarbugli per tenere l'attuale premier a una confortevole distanza dalle patrie galere. Ma vi dirò: penso che la cosa importante per la democrazia italiana non sia che l'uomo vada fisicamente in galera, quanto che ci vada moralmente e che il suo governo cada al più presto possibile.
Non condivido, invece, gli scherzacci su Marrazzo. Si tratta, a mio giudizio, di un dramma, non di una barzelletta da osteria. E vorrei sottolineare che il fatto che, al momento, non sia stata avviata alcuna forma di procedura giudiziaria verso di lui (come parte dell'opinione pubblica era sembrata adombrare nelle ore immediatamente successive all'arresto dei carabinieri felloni) priva il capo del governo nazionale dello status civile superiore di cui parte della stampa italiota lo aveva, in quelle ore, ammantato.
E che qualche bischero non venga a dire che andare a uomini, o a transessuali è moralmente, giudiziariamente e politicamente più deplorevole che andare a puttane (ogni altra circostanza restando eguale).Mi pare che un premier sia depositario di incombenze più cruciali per l'interesse nazionale di un governatore regionale.
Valete
francesco il vecchio
venerdì 30 ottobre 2009
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