in ordine alla scoppiettante vittoria:
- Economia. Secondo un teorema che non sembra avere eccezioni, i laburisti sono stati mandati a casa dalla crisi economica - come erano stati confermati a furor di popolo per ben due volte grazie alla florida economia che oggi e' un ricordo.
- Economia. Personalmente non son portato a credere che de-tassazione e taglio spesa pubblica (non mi pare resti molto da privatizzare) possano giovare. Dovessi pregare un santo che ci mandi la ripresa economica, pregherei Obama.
- Economia. La stessa patata bollente che ha mandato a casa i Labour sta per piombare nelle mani dei Nationals (conservatori). Se la proposta detassazione dovesse sortire un effetto piu' duraturo del temporaneo ottimismo da vittoria di chi l'ha votata (e ci ha i soldi), non avrei nulla da eccepire. Nel mio settore il lavoro e' scomparso e lo studio sta mandando a casa meta' del personale, con quelli che restano (tra cui un anziano cacciatore di vetuste balene) pronti a passare al part-time a brevissimo se non succede qualcosa.
- Spero che lo scoppiettante banchiere tenga a mente che esistono anche i poveracci. L'equazione berlusconiana politica = business mostra qui il suo lato debole: la comunita' ha degli obblighi che il business non ha.
- Sotto questi cieli, come altrove, la frammentazione e' piu' marcata a sinistra che a destra. Il neonato partito Maori, ad esempio, (scissosi dal Labour Party per scontento sulle decisioni - giuste a mio avviso - prese dal governo circa la richiesta Maori di diritti esclusivi alle Iwi, cioe' tribu', di accesso alle coste e di sfruttamento dei fondali di certe aree) si e' presentato alle elezioni pronto a saltare sul treno del vincitore, o di chi gli facesse le promesse piu' allettanti (maladetti sarvaggi). Credo che come altri partitini non abbia raggiunto la soglia e i loro voti siano andati al macero. Una prece.
- Nella costernazione che avvinghiava gli animi (altrui) riuniti davanti al televisore a casa di amici, a me pareva che non ci fosse poi da frignar troppo: l'alternanza e' quel che conta. E' la garanzia di un sistema democratico che funziona e la competizione spinge le parti ad aguzzar l'ingegno. Il costo sara' tutto lo spreco di tempo, energie e mezzi che saranno spesi a disfare quello che e' stato fatto dagli altri.
- Helen Clark si e' intanto ritirata dalla guida del partito, come si conviene a chi e' stato alla guida del paese per nove anni - piu' che al leader di una sconfitta - confermando di non essere nata con una sedia attaccata al culo e di aver decenza da vendere.
Nota a margine: interpreto il tuo silenzio circa la vittoria di Obama come un segno di consenso. Bravo, era l'ora che tu ti aprissi a nuove vedute. Speriamo solo che non ce lo sparino quel ragazzo.
Jac
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