venerdì 29 febbraio 2008
No smoking
Roberto
giovedì 28 febbraio 2008
Sabato 17 maggio?
Stasera ho un computer da cui posso scrivere, oltre che leggervi come sempre.
Ho visto Massimo che mi ha confermato di essere in pensione e che ci vedremno a sue spese a meta' maggio.
Cominciate a pensare alla data: sabato 17 maggio?
Roberto
sabato 23 febbraio 2008
TRE QUESITI
QUESITO 1
(io credo che con questi metodi l’Italia non abbia futuro)
Il dossier di accusa per omicidio volontario a carico della Thyssen consta di 40.000 pagine
Ho lavorato per 4 anni nella più famosa azienda tedesca con un incarico di alto livello ed ho appurato che i tedeschi:
- hanno prodotti eccellenti
- non sono capaci di integrarsi all’estero
- mantengono il controllo delle filiali estere tramite travet tedeschi inseriti con incarichi modesti (sostanzialmente spie)
- hanno ammirazione della fantasia italica ma non apprezzano gli italiani (li temono e li credono ladri/delinquenti)
- si comportano all’estero come …. i peggiori colonialisti
Ergo: non ho dubbi sulla colpevolezza della Thyssen ma ………..
se fossi l’avvocato difensore della Thyssen mi difenderei dicendo “se una prova di colpevolezza consta di 40.000 pagine dimostra che la colpevolezza non è facile da dimostrare e quindi non certa: come minimo merita l’assoluzione per insufficienza di prove !”
QUESITO 2
Due settimane orsono i notabili del centro/sinistra (ed in particolare i moderati del PD) invitavano a sostenere il Governo Prodi ed in particolare le strategie economiche, idonee al risanamento dell’Italia.
Oggi il Programma di Veltroni (e dei notabili del PD) invita a votarlo a fronte di un Programma che ha sposato tutte (insisto TUTTE) le politiche economiche con cui il centro/destra ha destabilizzato il Governo Prodi (cito la diminuzione delle tasse ma potrei, su richiesta, indicarne almeno dieci).
Com’è possibile se non …….con una buffonata ?
QUESITO 3
Bruxelles ha dichiarato che il PIL italiano sarà al minimo di tutta l’Europa (ed alla metà di quanto era stato ipotizzato e promesso), ma di converso l’inflazione sarà al massimo di tutta l’Europa (e molto più alta di quanto ipotizzato e promesso).
Penso ne siate tutti contenti ……….
E’ sempre colpa di Berlusconi ...... oppure di chi ha gestito l’Economia Italiana negli ultimi due anni ?
A me delle ideologie …… me ne fotte un cazzo, ma di come sopravvivere con le mie figlie e nipoti nei prossimi anni me ne fotte molto, anzi moltissimo !
Ed a voi ?
Gherardo
Ancora fumo
Mi ero infatti dimenticato il vero "movente" al mio smettere di fumare (che ha citato Jacopo):
- lavoravo in IBM che, in quanto azienda americana, aveva già da tempo cartelli ovunque che prima invitavano, e poi imponevano, di smettere di fumare
- poiché Presidente e Direttore Generale fumavano ..... anche gli altri, se volevano e contavano, fumavano ......
- quasi contemporaneamente il Presidente lasciò l'Azienda per raggiunti limiti di età ed il Direttore Generale fu colto da un piccolo infarto
- in pochi giorni ...... bisognava nascondersi per fumare .........
- i miei ritmi, 50 al dì, mi consentivano di fumare dove comandavo io ma non nelle sempre più frequenti riunioni, e quindi ...... decisi di provare a smettere !
Gherardo
venerdì 22 febbraio 2008
Dai bronchi australi
F nota che la diminuzione e' assai ardua, benche' Jacopo... Vero. Io sono arrivato qui che ne fumavo una trentina; ora ne fumo meno di dieci (a cose normali, che' nelle rare occasioni sociali passo il limite) e per far questo non debbo trattenermi.
Sono un' autorita' mondiale in fatto di dipendenze, avendo scherzato col fuoco delle piu' micidiali sul mercato, sorprendentemente senza lasciarci le penne. Con l'eroina la diminuzione era impossibile; con le sigarette e' avvenuta un po' da se', senza ch'io dovessi scatenare l'efficienza geometrica della mia ferrea volonta', e ne sono rimasto sorpreso.
Responsabile del bel regalo e' stata soprattutto la progressiva riduzione degli ambiti. A partir da subito non potevo piu' fumare al lavoro e dopo poco la mogliera spengeva l'ultima sigaretta informandomi - con un fil di fumo che ancora si alzava dal portacenere - che puzzavo. Anche la casa e' cosi' diventata off limits (per il fumo; a me, fetente come sono, per ora e' concesso l'accesso). Per finire, il bando al fumo nei locali pubblici diventava norma in NZ piu' o meno allo stesso tempo che in Italia.
Dopo aver inveito con la bava alla bocca contro questi rompi coglioni che non si fanno mai i cazzi loro e mi dicono anche di cosa devo morire, mi sono accorto che la cosa in realta' mi stava benone: finito con le sigarette che mi accorgevo di aver fumato senza nemmeno accorgermene mentre facevo altro; ora, se voglio farmene una, interrompo quello che sto facendo, mi alzo e vado fuori. Il risultato e' che la sigaretta e' diventata cosi' un vero stacco, con tanto di cambio di scenario.
Recentemene poi, mi sono accorto che lo stacco che mi basta e' assai breve e che la la sigaretta si fa via via meno gradevole, fino a diventare un raschio riarso. Cosi' spesso ne stacco via un pezzetto, riducendo la parte fumabile alla meta'. Alcuni dei pezzetti li tengo, per mischiarli con altre essenze che mi aiutano a combattere il tedium vitae.
All'inizio del mese sono stato in visita a Sydney ad accogliere fratello, cognata e cugini in arrivo dall' Italia, per scoprire con orrore che in Australia ogni pacchetto e' ornato a pieno formato non piu' con l'innocuo memento mori, ma con foto a colori di polmoni sanguinanti, occhi cancerosi, bambini malformati e altre amenita'. Mia cugina - una santa - mi ha comprato immediatamente un porta sigarette da sette per evitare al mio animo sensibile l'orribile visione, e in culo agli australiani e al loro discutibile senso dell' umorismo. Ora vediamo se ne ammazzo sette.
Ultimo beneficio extra inatteso, la casa ha smesso di puzzare; cosa di cui mi rendo conto anche io - fumatore - quando mi capita di entrare in una stanza dove qualcono ha fumato - magari la sera prima.
Concordo con Gherardo circa il subdolo legame con la gestualita': dopo le prime boccate fatte per curiosita' e salutare effrazione delle regole, credo di aver cominciato a fumare alle feste per timidezza, per darmi un' aria indaffarata col bicchiere in una mano e la sigaretta nell' altra e ancor' oggi, quando fumo una sigaretta, mi pare di star facendo qualcosa.
Vs.
Kurtz
("the horror; the horror")
martedì 19 febbraio 2008
Evviva : oggi -3 !
Ho un solo rimpianto : peccato non sia capitato anche ad un paio di pedofili a zonzo in attesa di giudizio !
Gherardo
PS 1
Ma secondo voi Castro è vivo o morto ? (intendo fisicamente, perché politicamente è morto da almeno trent'anni)
PS 2
L'ultima del nostro beneamato sindaco:
"Solo il 20% dei Fiorentini non è d'accordo con me" (il 52% del 40% che ha votato).
E' uno strano concetto di "democrazia", rigorosamente con la "d" minuscola, come al solito quando a parlarne è la s....... (hop, m'è scappato)
domenica 17 febbraio 2008
F U M O
a mio parere il fumo ha varie "componenti" che si oppongono ad abbandonarlo e tutte con una notevole importanza, talvolta trascurata (per alcune di esse).
Ecco quelle che io ravvedo:
- la dipendenza di tipo tossico (ho usato la parola tossico proprio per legare il concetto all'uso di droga)
- la domanda di nicotina da parte ....... dell'organismo
- il legame con la gestualità (trascurato spesso ma invece intimamente legato con le attività lavorative)
- il legame con le abitudini (tipica la sigaretta dopo aver mangiato o bevuto un caffè)
E' per questo che io sponsorizzo cerotto + discontinuità di vita: il cerotto combatte la domanda di nicotina e la discontinuità di vita combatte il legame con la gestualità e le abitudini; legami destinati a smorzarsi in tempi rapidi, così come la domanda di nicotina !
In fine, dopo tutto quanto detto a favore del "non fumo" devo anche dire che mio padre si è spento ad oltre 91 anni per ....... "vecchiaia" (nessuna malattia legata al fumo) ed ha fumato fino a due settimane prima di morire ed ha guidato la macchina fino ad un mese prima di morire. Lui diceva di fumarne una decina al giorno ma .... ne fumava il doppio !
E quando i medici gli consigliavano di smettere per precauzione ..... se cercava di farlo andava quasi in depressione. Io gli raccomandavo di non smettere dicendogli che ormai alla sua età poteva anche morire di cancro, perché di qualcosa bisogna pur morire (ma tutto ciò, ad un'età superiore agli 80).
Concludendo: enfatizza con te stesso i problemi di salute (se ne hai) legati al fumo e trova da ciò una ulteriore spinta, oltre alla sfida principale che è, e deve essere, una questione di principio con te stesso !
Gherardo
sabato 16 febbraio 2008
grazie anche a te. Anche i tuoi sono consigli preziosi, mi rendo conto. Concordo in particolare sul fatto che non si può contare sul diminuire (Jacopo, mi pare di aver visto, c'è riuscito, però): bisognerebbe stroncare la dipendenza con un atto di volontà, come dici tu e Claudio. Accidenti che travaglio hai passato! Mio fratello Nicola ha una storia simile alla tua, di cessazione e ripresa (ora, da diversi anni ha proprio smesso). Io ricordo, ora, che più o meno i fumatori della Gloriosa fumavano la sessa quantità, tutt'altro che modica. A cinquanta non sono mai arrivato, tuttavia. Io sono arrivato a 35 sigarette il giorno: da cinque anni sono a 20; nelle ultime settimane, sulle 15. Ma io un guaio polmonare ce l'ho,a differenza di te. Cos'è che hai pensato per smettere, se non ti dava malessere? Accidenti, quanta gente c'è più brava di me... .
So che esiste un racconto di Tolstoi sullo amettere di fumare. Mi sono sempre guardato dal ricercarlo (forse, Roberto l'ha letto, nel suo enciclopedismo). Fammelo riscrivere un'altra volta: per me fumare è come il sale, o il pane, senza cui non riesco a mangiare. Non sono, invece, dipendente dal vino di cui sono un diuturno ma non eccessivo consumatore e che non mi fa male. Ma farei molto più facilmente a meno del vino (di alcolici più forti non ne bevo, se non nei casi quando ci vediamo con la Classe, et similia) che del fumo. Come ho scritto l'altra volta, per me è qualcosa cui ricorrere sia nei momenti infausti, che in quelli fausti. Forse, è qualcosa sia legato all'ansia di riuscita, sul lavoro ("tensione", "ansia"), sia alla sottolineatura dei momenti di distensione e di benessere fisico e morale. Ho anche pensato che anche la ricerca di particolari sapori nel mangiare (cosa che faccio, anche questa) possa avere un risvolto narcotizzante. E' possibile? Claudio dice che è una dipendenza, vera e propria, chimica, tossica. Proverò a concentrarmi su questo, perché è una spiegazione apparentemente adeguata.
Vorrei capire perché tutto ciò: ma senza finire da uno strizzacervelli. Ho scritto qui anche per questo.
Quando ci rivediamo, spero non troppo in là, vorrei anche metterti a parte di alcune mie rimuginazioni politiche abbastanza recenti. Nella speranza di non rompere troppo l'anima anche agli altri di noi.
Ti abbraccio
francesco
venerdì 15 febbraio 2008
La sigaretta è fascista o comunista ?
credo di essere, in relazione al fumo, una “testimonianza vivente”, eccola !
Ho cominciato a fumare in seconda media, dodici anni, usufruendo assieme ad altri due compagni, di un pacchetto di sigarette che la professoressa di matematica Baronti (strafiga, me la ricordo ancora) lasciò sulla cattedra.
Ho proseguito comprandone sciolte (all’epoca si poteva) e ricordo, che una Nazionale (9 lire) ed una Esportazione (11 lire) si accoppiavano bene per fare “conto pari” !
All’epoca del liceo ne fumavo già oltre un pacchetto al giorno (Peer, Peter Stuyvesant, e Marlboro).
All’epoca dell’Università (fatta da pendolare giornaliero con Pisa) salivo in treno la mattina e quando il treno partiva alle 6:50 accendevo o la 5° : due pacchetti al giorno, e tutte Marlboro.
Per limitarmi provai a fumare la pipa: durò meno di due mesi e tornai ai due pacchetti al giorno.
Nel 1972 decisi di smettere perché, oltre tutto, buttavo in fumo una buona parte dei pochi soldi che gestivo da studente.
Una mattina smisi di fumare, basando tutto sulla forza di volontà e ci riuscii ma, per oltre un anno ebbi un sogno ricorrente: sognavo di accorgermi che stavo fumando perché qualcuno me l’aveva offerta ed io l’avevo presa senza ricordarmi che avevo smesso e quindi …… i miei sforzi disumani erano andati perduti perché rifumando ero tornato nel “vizio” vanificando mesi di sofferenze. Insomma, un incubo ricorrente per oltre un anno, ma riuscii a smettere.
A gennaio 1981 incontrai la mia attuale moglie che fumava 3 o 4 sigarette al giorno e fu sufficiente un “tiro qua e la” per una settimana ……. per tornare, dopo nove anni di astinenza, a 50 Marlboro al giorno.
Per limitarmi provai a fumare i mezzi toscani e gli antichi mezzi toscani: durò anche questa volta meno di due mesi e tornai a 50 Marlboro al dì !
La cosa è durata fino al 1992, quando un mio amico fumatore mi fece vedere che aveva comprato in farmacia dei cerotti da appiccicarsi da qualche parte che avrebbero potuto aiutarlo a smettere. Stavo partendo per le ferie e, poiché il mio amico stava solo meditando di smettere mi feci prestare la scatola di cerotti nell’ipotesi di testare se effettivamente fossero d’aiuto a smettere (il mio problema era che volevo smettere “per ragionamento” perché il fumo non mi dava alcun fastidio ne’ ai bronchi ne’ da altre parti ma la pressione …… era un po’ alta !).
Il 27 luglio 1992 montai su un traghetto a Brindisi con destinazione Cefalonia Ithaca (la mia prima visita ad Ithaca e la mia ultima sigaretta) perché sulla nave, prima di andare a dormire compii il rito di buttare in mare l’ultimo pacchetto (due sole sigarette avanzate) e l’accendino (un Bic).
Dalla mattina successiva mi attaccai un cerottino sul fianco tenuto aderente dal costume da bagno e passai tutta l’estate in acqua a cercare conchiglie, ricci e quant’altro coadiuvato dalle mie due figlie (all’epoca 13 e 10 anni) a cui insegnai ad immergersi. Fui costretto ad “imporre” a mia moglie di non toccare più sigarette nella sua vita (anche se 3 o 4 sigarette al giorno non erano per lei dannose) e la famiglia di amici che trascorse le ferie con noi era tutta composta da “non fumatori”.
Dopo una settimana e sette cerotti (dei venti della scatola) utilizzati, decisi una mattina di portare con me l’ottavo cerotto, senza attaccarmelo, ma da posizionare sotto al costume in casi di crisi d’astinenza: non ho mai attaccato l’ottavo cerotto e non ho mai più toccato una sigaretta ! (il mio amico ha ripreso indietro i 13 cerotti avanzati, ……. non li ha mai testati e fuma ancora).
Questo secondo e definitivo tentativo di smettere di fumare non mi ha procurato sofferenze ma solo la soddisfazione di aver vinto io e qui torno a Claudio e sottoscrivo:
“ Buttala sulla sfida. Dimostra alla merdosa sigaretta che ne puoi fare a meno, ora, mentre leggi, senza pianificarlo. Fallo e basta. E la stronza soccomberà. E tu sarai l'eroe delle tue magnifiche fiche, dei tuoi gloriosi compagni. Il mio senza dubbio”
Alcune precauzioni assolutamente indispensabili:
- si può smettere di fumare, è impossibile limitare il fumo
- la scelta del momento in cui smettere è importante: deve essere un momento di discontinuità (vai in vacanza, cambi sede di lavoro ........)
- quando decidiamo di smettere non dobbiamo frequentare chi fuma per qualche settimana
- i familiari non devono fumare per mesi e mesi (meglio se il/la compagno/a non fuma più per tutta la vita
- un solo “tiro” del vero ex-fumatore vanifica anni di non fumo
- bisogna raccontare a tutti che si è smesso e che ci giochiamo la “faccia”: è un bel deterrente al rischio di riprendere
- bisogna motivarsi in continuazione pensando a quanto siamo ganzi ad aver smesso
Ci devi insomma giocare la tua immagine di fronte a te stesso !
Gherardo
PS
Sarai più forte tu o la sigaretta-fascista ? (io sono stato più forte della sigaretta-comunista)
giovedì 14 febbraio 2008
domenica 10 febbraio 2008
No smoke hepldesk
Non sono un fumatore ma ne ho avuti di vicini e da osservatore posso dire che:
1) quando il fumo diviene un problema (ci fa male o sospettiamo che ce ne possa fare) e l'informazione di per sè non basta a farci smettre, siamo nel campo delle dipendenze. Dipendere da qualcosa o da qualcuno non è poi questa gran cosa o rarità, quindi terrei bassi i sensi di colpa. Si dipende dal cibo, dal gioco, dalla droga, dal sesso, da Berlusconi (Fede docet), dalla mamma, e anche dal fumo. Capire perchè si dipende forse aiuta, ma l'analisi deve essere più spietata, temo.
Una dipendenza è un surrogato, compensa qualcosa che ci manca o che crediamo ci manchi. Amore? Sesso ? Personalità? Prestigio ? ecc ecc
Soggiacendo alla dipendenza ci sentiamo più realizzati, migliori, più completi. Perchè ?
Se, come a quasi tutti, ti piace la cioccolata, e da domani si scoprisse che ai maschi fa cadere l'uccello, saresti in grado di smettere di mangiarla per sempre ? Penso di sì, anche, subito dopo aver avuto la notizia, il mangiar cioccolata assumerebbe una connmotazione diversa: diverrebbe una sfida al mondo ed a sè stessi, del tipo.."care fave, ce n'ho così tanto che a voi ve lo fa cascare di sicuro, a me me lo spunta giusto un filo..."
Quindi la sfida, il gusto del proibito c'è chi ama fare cose illegali, chi cose che fanno male) credo sia una componente vera forte. Se non ti butti col parapendio puoi provare a farti fuori, meno eroicamente, con un bel po' di catrame, no ?
E poi, l'autostima. il mondo è migliore con te o senza di te ? Con te, con te, francesco bello, e se ne sei convinto, non dipendere da mr.smoke..sfatti di seghe magari, diventa cieco, ma non scemo..
Allora, buttala sulla sfida. Dimostra alla merdosa sigaretta che ne puoi fare a meno, ora, mentre leggi, senza pianificarlo. Fallo e basta. E la stronza soccomberà. E tu sarai l'eroe delle tue magnifiche fiche, dei tuoi gloriosi compagni. Il mio senza dubbio.
Fumerei al posto tuo tutte quelle che ti fanno male.
Un grandissimo abbraccio. Ti voglio bene.
claudio
venerdì 8 febbraio 2008
Perché fumo?
avrei bisogno di una mano. Dovrei (ma non vorrei, accidenti) smettere di fumare. E prima di mettermi in mano a qualche strizzacervelli, o a un'equipe ospedaliera, vorrei vedere se risolvo la cosa in modo razionale: cercando, cioè, di capire perché lo faccio e cercare di recidere la radice. Premetto che ho l'impressione che l'assuefazione non mi convince. Si tratta di una specie di droga, senz'altro: ma di un carattere, forse diverso.
Se mi domando perché continuo a fumare, anche ora che sento che mi fa fisicamente male, ho trovato le seguenti risposte.
Fumo perché:
1. Sono un temperamento ansioso: fumare aiuta a convivere con l'ansia (il timore dell'imprevisto, che le cose possano peggiorare, gli stati d'animo di apprensione);
2. Fumare lenisce le frustrazioni: ti va male qualcosa, fumo per punirmi, o per dirmi che me ne frego (sì, in senso fascista, nichilista, autodistruttivo);
3. Per reagire alle situazioni negative, in genere: uno zuccherino;
4. Per premiarmi quando ne azzecco qualcuna giusta: il contrario dell'esempio precedente, ma sempre uno zuccherino;
5. Fumare sottolinea la condizione di soddisfazione per aver fatto qualcosa di buono;
6. Fumare lenisce il disappunto di aver fatto qualcosa di sbagliato;
7. Fumare lenisce il senso di noia quando non sto facendo nulla;
8. Esalta il senso di star facendo qualcosa di buono, quando lo si sta facendo veramente;
9. Fumo quando lavoro intensamente, nell'incertezza se ne tirerò fuori qualcosa di degno, o nel timore di fallire (altra faccia della medaglia).
10. Dopo aver mangiato e bevuto (e, magari, fornicato) sembra che sottolinei una sensazione di benessere.
Come vedete, ho l'impressione che fumare serva a tutto; e al contrario di tutto.
Di qui, il mio stallo.
Qualche utile commento? Massimo, ho idea che tu avessi qualcosa da dirmi in proposito, tempo fa. E, forse, anche Enzo. Non oso rivolgermi a Gherardo: hai mai fumato? Sai che non ricordo?
Grazie se interloquirete
francesco
martedì 5 febbraio 2008
Lode dell'Osteria del Sole
E' un locale con caratteristiche uniche, ormai, nella penisola: ci si può non solo bere vino, ma portare con sé roba da mangiare e consumarla sul posto.
I frequentatori rappresentano una fauna assai svariata. Nel fine settimana capitano diversi giovani, stranieri, curiosi bolognesi e non. Il nocciolo duro è costituito da ormai anziani protagonisti della vecchia Bologna "biascicanotte" dei primi decenni del secondo dopoguerra, artisti, pittori, musicisti (tra i più giovani FT, degli S, ad esempio) ... . Poi ci sono vecchi professionisti della zona del centro storico, qualche avvocato, altri bottegai del mercato di via delle .
L'atmosfera politica che vi si respira è variata anch'essa: il tenutario, S, era di destra ma non fascista. Numerosi avventori, tuttavia, lo sono: gente in polemica con Fma sostanzialmente, mi pare, innocui; ex-repubblichini rassegnati e di orientamento più conivivale che politico. Ci sono anche numerosi democratici di sinistra, più qualche rifondarolo. L'Osteria è di tanto in tanto frequentata da gente come , G(naturalmente...) e altra gente in vista. Vi hanno fatto apparizione, un paio di anni fa, A e s. Il primo, ci ritorna ciclicamente. Il G vi condusse D, quando l'Università lo laureò honoris causa.
E' un luogo deliziosamente retrò, per così dire, sopratutto nei gusti gastronomici, gli stili di vita, l'abbigliamento, il modo di scherzare e di parlare sul serio dei suoi avventori. Il discorso sociale è improntato a un civettuolo enciclopedismo: ma è un fatto che vi confluiscono i racconti e i vivi portatori di esperienze umane molto diverse antropologicamente e assai scaglionate nel tempo e nello spazio del secondo Novecento. L'entrata delle Signore è sommessamente commentata con educata ammirazione. Non vi vola un mòccolo, né una bestemmia. Nessuno si ubriaca. Al tempo stesso, l'Oste era consapevolche un'oesteria è un luogo nel quale si vanno a spegnere, illusoriamente, anche i drammi personali. I bambini non vi sono accolti per questo. Con tutto ciò, l'Oste era volubile, capriccioso, arbitrario: del resto, come ovunque (credo) egli ha la capacità legale di rifiutare da bere a che non ritenga in grado di sopportarlo. Selezionava, in parte, i suoi avventori. Era un conoscitore di uomini, intesi da lui zoologicamente, al modo antico (borbonico, dico): ognuno ha un carattere incoercibile e difficilmente riformabile. Ci sono le persone per bene, quelle no e i disgraziati importuni. Non poteva sopportare autonomi e punk a bestia: certe volte, ho dovuto reprimermi per sopportare il suo minaccioso atteggiamento verso questa fauna. Ma confesso che penso che avesse sostanzialmente ragione. Invoco clemenza: ho dei pregiudizi, che condivido con gente anche molto lontana politicamente da me.
A me pare un gran bel posto, di un fine gusto sociale plebeo-aristocratico, da Regno delle due Sicilie e al tempo stesso molto, molto bolognese; orchestrato e disciplinato dalla personalità eccentrica, intelligente e fondamentalmente seria e ben educata dell'Oste L e della sua fidanzata (definizione dell'Oste in articulo mortis, intervistato dai giornali locali), D.
Io spero che Daniela riapra il locale, abbastanza presto. Nel qual caso, vi inviterei a rivederci qui. Per me ne varrebbe la pena.
Qualcun altro sente il fascino di posti come questo?
francesco
venerdì 1 febbraio 2008
Qualche chiarimento
Roma 1 - Papa 0
mi era sembrato un buon gioco di parole (e non destrorso, anzi)
Secondo
Supporre che "I Necrologi di Prodi", essendo stati pubblicati dall'Unità, li aveste già letti ....... era ironico !
Terzo
Non l'ho detto prima ma "I necrologi di Prodi" sono stati riconosciuti spiritosi dallo stesso Prodi: l'autrice ha tenuto a far sapere al mondo che Prodi ha ritenuto di telefonarle per complimentarsi con lei (meno brillante il commento: "che uomo spiritoso Prodi, in una simile situazione di difficoltà ha voluto telefonarmi ......")
Quarto
Se nessuno scrive niente ........ il blog rimane deserto, mi sembra lapalissiano, e mi viene in mente Francesco Nuti e "Madonna che silenzio c'è stasera !".
Gherardo
PS
E mi sono trattenuto qualche giorno orsono dal pubblicare, come già nel passato, una vignetta del Vernacoliere, che non credo destrorso ......
Mi scuso per essermi accomiatato in modo poco
Credo che abbiate tutti compreso che parlavo al telefono per redigere un necrologio per la scomparsa dell'Ultimo, Grande Oste Europeo, al secolo Luciano Spolaore. Qualcuno di voi ricorderà che Roberto ed io avevamo progettato, in un primo momento, di andare a mangiare presso di lui, in Bologna. Era morto la sera prima.
Poi, lasciatemi dire che Gherardo comincia a preoccuparmi ... . Si dice che i Generali siano inclini a combattere le guerre di vent'anni prima: Gherardo sembra perpetuamente partecipare ad una battaglia elettorale di quarant'anni fa. Inoltre, egli sembra ignorare ciò che è evidente alla maggioranza schiacchiante degli abitanti del pianeta; e cioè, che le vie del postcomunismo sono, come minimo, variegate (infinite no, non me lo fate dire: anche se, forse, è vero...). E allora, ecco che l'Itacense ci fa tutti assidui lettori de L'Unità (sbagliando, così, doppiamente: non solo, come se questo giornale fosse l'unico vessillo della Sinistra in questo paese, oggi; ma anche, come se esso fosse ancora la stessa Unità di quarant'anni fa, sbuffante dalle tre narici). Mi è venuto da pensare, cosa accidente abbiamo fatto a Gherardo, o detto, per meritarci l'intasatura del Blog ad opera delle sue invettive. Facciamo un esame di coscienza e chiediamo direttamente a Gherardo: ma che t'abbiamo fatto, oltre che a pigliarti un pò per il culo (ciò che in Firenze, credo, sia l'occupazione principale, almeno a datare dall'estinzione di quel popolo irenico e benevolente - e forse pure un pò bischero - che devono essere stati gli Etruschi). Ho capito che le maggioranze irridenti sono assai fastidiose: ma, perdio, eravamo giovani e fallibili, illusi (forse... )da un'epoca dinamica. Venia, Gherardo, venia!
Con il che, una volta specificato che il Rettore di Roma 1 non deve essere un'aquila ma sicuramente un furbetto standard della nostra epoca, ritengo che, una volta che l'invito al Papa era partito, era politicamente impresentabile battere i piedini per terra per opporsi. E' così è andata che i provocatori (i soliti autonomi/punk a bestia: una pistola in vendita, ogni volta che si apre uno spiraglio; e la Curia vaticana)hanno avuto buon giuoco ad approfittare della duplice ingenuità del Rettore e dei Fisici. E Mastella? era una bomba a orologeria, lo sapevano tutti. Ma, forse, le sue malefatte non eguagliano quelle di cui si sarebbe macchiato il Centro-destra (che Allah lo disperda, come sabbia delle dune) se Mastella non avesse contribuito a tenerlo all'opposizione.
Vorrei continuare ad esprimere il mio sconcertato rincrescimento per l'assenza da questi pixel del Claudio Giannesi (Allah l'abbia in gloria, per i suoi passati meriti verso la Classe) e di altri conviviali protagonisti classisti, ahimè da tempo renitenti. E chiamare Gherardo ad un gesto di responsabilità: pigliati la tua rivincita (se di ciò si tratta) quando siamo tutti bellini insieme a sgrifare. Vediamo, piuttosto, di ridare al Blog quel pluralismo creativo e a ruota libera che aveva i primi tempi, senza brandire vessilli e intimare risposte su di un terreno politico che rischia di ridursi a una partita di calcio di serie C (oddio che gaffe! Scusate ...).
Che la Forza sia con voi
francesco