Non capisco bene né Jacopo, né Gherardo. Forse intendo meno peggio Jacopo. Si parla di situazioni ideali in cui la leva fiscale è un effettivo strumento di economia politica (tu tocchi un'aliquota, e qualcosa si produce nel campo di consumi e investimenti: USA, GB, NZ, Germania). In Italia, i fili che collegano le leve fiscali alla realtà sono assai lasche: lo dice anche Gherardo. Di qui una vecchia idea idea della destra italiana: torniamo alle accise (cioè le imposte indirette). Ma la tassa sul macinato, Gherardo, affamò mezza Italia... e una metà socialmente ben identificata. Una delle condizioni perché il fisco funzioni è che appaia equo. Ad esempio: il difetto della manovra dell'attuale governo italiano non è che sia pesante per il pubbligo impiego: è che lo è solo per esso.
Non voglio dire che l'evasione fiscale, in Italia, è concentrata solo presso i ricchi furbi: ci sono anche le classi medie e medio-basse furbe (terreni, case, artigianato, negozietti. Ciò complica le cose.
Ad un certo punto, il discorso di Jacopo si confonde. D'accordo con lui che si tratti di andare verso consumi ecologicamente sostenibili. Ma non mi pare ci sia abbastanza consapevolezza delle condizioni necessarie per una tale politica, né delle sue conseguenze demografiche. Arriva una crisi mondiale come l'attuale e tutti si rimettono a pensare in termini di espansione dei consumi e degli investimenti. D'accordo: stavolta, per merito dei tedeschi e degli americani, si parla anche di disciplina finanziaria globale. Ma il discorso resta tradizionale. Bisogna mandare avanti un giochino di mercato per 7.5 miliardi di persone, dopo tutto.
Jacopo, forse, evocava un modo di finalizzare l'efficienza fiscale al cambiamento del modello dei consumi. Eccellente: ma la mafia non ha esitato e convertire parte dei propri investimenti sull'energia eolica.
E' tutto molto complicato. Ho paura che l'Umanità non si risparmierà un lungo e severo periodo di apprendimento di come funziona realmente il giochino, oggi; e di quali chiavi fondamentali si possa disporre per cambiarlo.
Perdonate anche l'ignoranza di questo autore.
francesco vecchio
martedì 22 giugno 2010
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