sabato 8 settembre 2007

Nucleare e Quinta C

Io penso di essere un nuclearista empirico: non vedo finora come l'energia elettrica possa essere prodotta se non grazie all'uranio e derivati, almeno nella quantità sufficiente a sostenere lo sviluppo economico di una popolazione mondiale crescente, e con aspettative crescenti. Non mi pare che l'energia solare ed eolica rappresentino, per ora, delle alternative serie e mi domando quanta superficie del mondo dovrebbe essere coperta di scudi solari e di tralicci a pale per soddisfare il presente fabbisogno di energia. Il paesaggio desolato che ne risulterebbe non verrebbe a costituire un nuovo problema ecologico, per dimensioni e abitabilità? Certo, oltre alla questione di assicurare un funzionamento non inquinante delle centrali nucleari c'è quello delle scorie radioattive e credo che Roberto abbia voluto dire che non c'è (per ora) la garanzia che esse vadano a finire dove dicono che vanno (ammesso che lo dicano: mi confesso ignorante anche di questo particolare e cruciale punto. Infine, in generale, il complesso dei problemi ecologici che vengono accumulandosi senza essere risolti né ora, né in una ragionevole prospettiva temporale, lascia adito anche a previsioni preoccupanti, credo, attorno alle loro conseguenze politiche. Sembra verosimile infatti che, ormai in vista di alcuni limiti assoluti della compatibilità dell'ambiente planetario con caratteristiche essenziale della civiltà attuale (come la produzione, il consumo e la crescita demografica), prenda a svilupparsi una tendenza intesa al governo autoritario e pianificato delle risorse, come aspetto cruciale del Nuovo ordine mondiale (una dittatura ecologica? ma anch'essa potrebbe prendere diverse direzioni...in ogni caso, quei sistemi politici che il nostro secolo ha buttato fuori dalla porta, in futuro potrebbero rientrare dalla finestra). Mi pare che, in confronto a questi interrogativi, il problema della riduzione della povertà nel mondo, ad esempio, impallidiscae abbia, ormai, una dimensione minore, diciamo, di cinquanta anni fa). L'affermazione che "l'umanità (la società) si pone SOLO i problemi che è in grado di risolvere", in un tale contesto, suona purtroppo ciecamente ottimistica, o sarcastica.
francesco

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