Al solito, Jacopo scrive cose assai interessanti attorno al paese in cui vive.E' un peccato che preveda di non aver tempo per vedersi durante il suo soggiorno nella penisola.
Con tutti, e in primo luogo con Gherardo e Roberto (i cui occhi mi sento addosso come Savonarola sentiva quelli di Machiavelli durante le sue prediche fiorentine) mi scuso per il tono un pò perentorio che talvolta prendono le mie discettazioni politiche. Vorrei continuare in tono meno saputo e sopratutto non sprezzante, come mi è capitato. In realtà, io pensavo che la sinistra (arcobaleno) avrebbe potuto portar via voti al nuovo PD e che questo fosse il problema principale delle elezioni. Pensavo anche che avremmo perduto contro la destra e che si trattava, almeno, di uscirne con un'affermazione del nuovo partito, appunto. Per questo ho inveito contro la sinistra, prima del voto. Devo però dire, sinceramente, che non la rimpiango, anche se in questo modo temo di dire qualcosa che qualcuno di noi non condivide. Sui flussi elettorali, ipotizzo sulla base di quello che leggo: voti dalla sinistra sia alla Lega (sopratutto) che al PD; voti del PD verso l'UDC; voti dell'UDC verso Berlusconi. I veri sconfitti: sinistra, UDC, estrema destra: forse, le formazioni più legate alla mentalità politica della prima repubblica. Inoltre, il risultato elettorale ha il pregio di essere chiaro, anche se di una chiarezza che, almeno per il momento, non favorisce certo il PD. Veltroni se l'è cavata meglio di quello che temevo, fatemi ripetere: ma la debolezza della sua campagna è stata, probabilmente, quella messa in luce dagli avversari: l'elusione del rapporto del nuovo partito con l'Ulivo e con l'opera di governo di quest'ultimo. Il principale ostacolo a questa chiarificazione mancata è, probabilmente, la finanziaria di Padoa-Schioppa. Sulla sicurezza, invece, avremmo potuto provare a poggiare sui precedenti dei Comuni di Bologna, Firenze e Padova, dove è stato il centr0-sinistra a prendere posizioni di un certo coraggio nel recente passato. Ora, io non sono tra i critici di questa legge che, come molte cose impopolari, mi è sembrata responsabile e patriottica: al punto che, forse, avrebbe dovuto essere circondata, a suo tempo, da un battage europeistico più intenso e convinto da parte dell'Ulivo. Ma dalla campagna di Veltroni è uscito un PD improbabilmente senza storia, nato ieri e del tutto vergine. Penso che, in parte, questo sia stato uno dei motivi per cui ha avuto il risultato non cattivo che ha avuto (nell'ambito dell'ex elettorato di sinistra e ulivista) : ma penso che questo mancato chiarimento sia stato anche motivo del mancato sfondamento del PD presso l'elettorato di centro-destra, che era quanto, in modo ambizioso quanto giusto, voleva realizzare Veltroni (soprattutto con la sua incursione in Veneto).
Ora, proprio il risultato elettorale dimostra che quest'ultima idea di Veltroni resta buona, perché chiaramente adeguata alla realtà: dove altro si potrà sperare di raccogliere voti in futuro, se non "a destra"? Aggiungerei che non dovremmo continuare ad attribuire all'elettorato di Berlusconi, Fini e perfino di Bossi un'eccessiva caratterizzazione ideologica (si tratta di una specie di furbismo e di scarsa responsabilità italiani, declinati in tre modi diversi, al massimo). Il risultato elettorale mi pare indichi, invece, il progredire di un forte pragmatismo nel voto italico. Certo, se i flussi dei voti dell'ex Ulivo e di sinistra dipendessero essenzialmente da questioni di portafoglio non dovrei avere molta ragione di contentezza: non credo che un governo responsabile possa, a breve, migliorare salari, stipendi e redditi bassi. Tuttavia, ci si può pensare, qualcosa di molto innovativo si potrebbe pensare. Non però, con gli strumenti del sindacalismo egualitario tradizionale... . La quarta forza sconfitta dalle elezioni, infatti, mi pare proprio il sindacato. Se non mi sbaglio, la CGIL aveva sentito arrivare la tempesta: ma mi è sembrato che si sia limitata a suggerire al governo di centro-sinistra di pensarci lui con misure amministrative, piuttosto che sforzarsi a pensare un sindacalismo meno vincolato da vecchi assunti egualitari, assistenziali e protezionisti. Ma vi ricordate lo "sciopero" dei trasportatori, e ancor prima quello dei tassisti romani? Bisognava chiaramente mandare l'esercito a dissuadere dai blocchi stradali. Così hanno vinto i prepotenti, i portatori dei metodi leghisti (vi ricordate i lavoratori di Linate e gli "allevatori padani"): e ha perduto il governo e i sindacati.
Ci vorrebbe, ora, una politica sociale compatibile con la permanenza in Europa. Forse, sappiamo troppo poco dell'esperienza tedesca e inglese in questo campo. Ora che il quadro nazionale è cambiato ed è più chiaro, bisognerebbe andare avanti prendendone atto e non attardarsi a recriminazioni su passati dissensi, i cui termini stessi, probabilmente, sono ormai anacronistici. Il gverno Berlusconi dovrà fare qualcosa di simile e bisognerà vedere se ci riuscirà o ricadrà nella sua tradizione, altrettanto logora e inefficace. Basta, parlato troppo.
giovedì 1 maggio 2008
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