domenica 13 aprile 2008

Non un appello: il prodotto di una serata piovosa

Il mo sospetto e timore è che gli italiani non vogliano più essere governati (ammesso lo abbiano mai voluto...). Le prime avvisaglie si videro già negli anni '80, quando cominciarono e prendere qualche percentuale i radicali e i verdi. Ma dopo la fine del PCI e della DC il fenomeno è diventato massiccio, sopratutto a sinistra e sul centro. La destra ha sempre avuto un maggior buon senso, anche perché guidata da buoni, vecchi criteri tradizionali: retorica della sicurezza delle città, non aumentare troppo le tasse, soldi statali all'economia privata e ai carrozzoni pubblici ma per il resto meno leggi possibile, extraterritorialità per piccole imprese e piccolo commercio, prezzi del produttore e non del consumatore, un mercato senza regole, approvare sempre gli Stati Uniti e, se del caso, la Chiesa. In ogni caso, per il centro destra, se le cose continuano ad andare come vanno va benissimo: basta evitare leggi innovative. Poi, se la cavano da soli: evadono, costruiscono case dovunque gli pare, arrivano in macchina sulla Madonnina del Duomo. Altro che Stato e politica: lasciate fare a noi. Per loro si tratta di fare in modo che gli avversari non cambino il sistema italico. Liberalizzare i tassì e le professioni? Ma va ... Per il resto, basta chiacchierare, fingendo di dire qualcosa: Berlusconi è un ipcrita di successo.
Al centro, capisco Casini: un residuo senso democristano di responsabilità, anche se un record di meswchini compromessi con i post-fascisti allo sbando e i ciarlatani leghisti. Spero che ci si possa accordare con lui: ma lui, lo vorrà fare? Un pò sciocchino è, dopotutto.
Mastella e Dini: lobbies politicamente inadatte al mercato estero, difesa di posizioni istituzionali locali tradizionali e consolidate. Che cosa si doveva fare? Lasciar governare i forzitalioti due anni fa? "Aghi della bilancia" ... machiavellismo d'accatto.
Capisco meno il centro-sinistra: il buon senso, qui, si riduce agli eredi diretti del PCI, l'ex DS e i margheritoni cattolici progessisti. Per gli altri, l'idea del cambiamento e dell'europeizzazione dell'Italia è abbastanza ostica. Non capiscono come funziona l'economia, sopratutto in tempi di globalizzazione e di liberalizzazione obbligata. Non capiscono l'eguaglianza delle opportunità: che è quanto resta del socialismo. A sinistra prevale il voto a dispetto e nobilmente risentito: il "voto di coscienza"; di "testimonianza" degli "ideali": contro il tradimento degli interessi dei salariati, per forme di laicismo inverosimili per l'Italia, per non dare soddisfazioni agli antipatici dirigenti dei partiti maggiori; per qualche soldo in più del finanziamento pubblico ai partiti, per le pensioni dei loro parlamentari. Per la soddisfazione di mettere i bastoni tra le ruote a politiche che, per loro incapacità di vedere la realtà, considerano politiche non di sinistra. Sulla politica economica, finiscono con il concordare con Berlusconi (Alitalia: brutta storia)
Gli arcobaleni fanno una penosa retorica populista: gli stessi sindacati si dimostrano più ragionevoli. I verdi se ne fregano dell'ambiente. Bertinotti, dopo l'esperienza della presidenza della Camera, è divenuto il meno peggio: eppure ha all'attivo l'affondamento di un governo di centro-sinistra.... . Un minus habens a lui collegato è andato a Mosca a reclamare la salma di Lenin ... . Si può essere più, più .... professori di sinistra (superficiali e irresponsabili)?
Sto pensando che gli italiani, in fondo, sono felicissimi come sono, sopratutto i ceti a reddito più modesto, nonostante gli schiamazzi protestatari dei loro autonominatisi rappresentanti. In base a un machiavellismo da autodidatti, pensano di poter condizionare la maggiore forza di centro-sinistra e di poter sostenere una lotta dura contro la destra. Fole ... non ci sono le forze e neppure la volontà: e lo fanno e lo faranno per obiettivi anacronistici e talmente corporativi da risultare impresentabili. Con le pensioni ce l'hanno fatta a condizionare l'ultimo governo ma è venuta fuori una roba che penalizza i giovani.
Penso sia stata una cosa buona l'impostazione sul "voto utile" della campagna elettorale. Mettere questo paese di adolescenti, perennemente entusiasti della loro ultima trovata, dinanzi alle loro responsabilità: o il sistema italiano, da Crispi in poi; o il Pd.
Credetemi, gloriosi: non voglio convincere nessuno. Ma a chi posso dire queste cose se non a voi?

francesco

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